(POSTINTERFACE) - "Parole, parole, parole, parole, soltanto parole parole tra noi" cantava Mina, nel 1972, in coppia con Alberto Lupo. Le stesse parole, a volte vuote come nella canzone, oggi vengono valorizzate. Vibrazioni accese. Onde sonore che attraversano le reti di telefonia mobile e che possono contribuire a ricaricare i cellulari di energia elettrica verde. La mobilità e l'uso ininterrotto di dispositivi multiuso (per chiamare, leggere l'e-mail, ascoltare la musica, sfogliare un e-book ecc.) fanno sì che le batterie dei telefonini si scarichino velocemente nell'arco della giornata. Per risolvere questo inconveniente, un gruppo di ricercatori dell'Università di Seoul ha messo a punto una nuova tecnologia. Un prototipo che cattura i rumori, i suoni, la musica e soprattutto le parole delle conversazioni per ricaricare il dispositivo stesso durante l'uso. Sang-Woo Kim, sviluppatore del prototipo, crede che l'energia prodotta dai decibel sia stata da sempre poco sfruttata come risorsa energetica. Da questa considerazione il suo gruppo di ricerca ha iniziato a studiare come ricavare energia elettrica sia dalle parole che dai rumori più o meno armoniosi. Un settore che apre nuove prospettive di forte impatto per il futuro sviluppo dei nostri dispositivi mobili.
Ph: Ti.mo