di Laura Lucarini
Con l’avvento delle nuove tecnologie, l’uomo, sempre più connesso al mondo artificiale, ha gradualmente tralasciato il rapporto con la natura. Le opere dell’artista statunitense David Bowen spaziano in diversi campi con caratteristiche comuni: l’interazione macchina-natura, connessioni remote fra due diverse unità poste in differenti locazioni, la costante della riproduzione del movimento in tempo reale.
Ad una analisi più approfondita, vediamo come ci sia un’ulteriore contrapposizione di forme: nei lavori di Bowen percepiamo come le macchine, emblema di serialità, siano invece soggette al caso e al carattere non riproducibile dei risultati, mentre i processi naturali che analizza sono costanti e fortemente strutturati.
Le opere hanno un carattere dinamico e fotografano la vita del soggetto in tempo reale: interagiscono con elementi naturali vivi, sensori, altri device o con persone che passano nello spazio espositivo dove è collocata l’opera. Si ha la sensazione che le unità abbiano vita propria, unità creative indipendenti dall’artista.
La serie delle Drawing Device è composta da opere che basano i loro risultati su disegni su carta: bracci meccanici collegati a sensori rilevano il movimento di esseri naturali, come mosche o persone che entrano nel loro raggio d’azione.
Il movimento, la casualità, l’intercambiabilità dei mezzi come sonar, luci e colori, infrarossi, movimento di sciami di mosche e l’azione del vento, sono alcuni dei punti chiave di queste rappresentazioni tecnologiche.
Altra serie importante è Tele-Present dove il concetto gira attorno alla rappresentazione in tempo reale e alla connessione remota. Dentro questo ramo troviamo la Tele Present Water Series: le installazioni traggono informazioni dall’intensità e dal movimento dell'acqua in una posizione remota rilevata da un satellite in orbita. I dati individuati vengono scalati e trasferiti in una struttura reticolare meccanica che simulerà gli effetti fisici causati dal movimento dell'acqua nella zona posta sotto esame dal satellite.
Ultima impresa effettuata da Bowen è Fly Tweet: uno sciame di mosche vive all'interno di una sfera in acrilico con all’interno una tastiera di computer. I messaggi vengono composti a seconda di come gli insetti si muovono e interagiscono con la tastiera. Una camera riprende in tempo reale i loro movimenti riconoscendo le lettere su cui si posano. Al raggiungimento dei 140 caratteri o al posizionarsi di una mosca sul tasto “enter” il messaggio viene postato su Twitter. Per vedere l’instancabile attività della comunità di mosche, basta visitare il profilo @flycolony.
Il messaggio che vuole mettere in risalto l’artista è il dilagare dei social media il cui buon utilizzo è messo in ombra dalle centinaia di messaggi inutili pubblicati ogni giorno dagli utenti, creando così una “cacofonia verbale” che va a perdere qualsiasi significato.
David Bowen corre sul filo di due binari contrapposti, mescolando macchine e natura, concentrando in questo binomio non solo una velata critica all’uomo ma anche le infinite possibilità di intreccio di queste due forme a prima vista così diverse fra loro. Un “filosofo” delle nuove tecnologie.